10 anni dopo il naufragio: Costa Concordia

Era il 13 gennaio del 2012 quando la nave da crociera “Costa Concordia”, passando troppo vicina alle coste dell’Isola del Giglio nell’Arcipelago Toscano, urtò contro uno degli Scogli delle Scole situati appena a sud del centro abitato di Giglio Porto. Sono passati ben dieci anni eppure sembra un avvenimento di poco tempo fa, un po’ perché l’era tecnologica restringe la nostra percezione degli eventi, ma probabilmente anche perché il fatto in sé non si concluse in quei giorni concitati: per il Giglio e i suoi abitanti la grande “balena” artificiale, sdraiata su un fianco a incurvare l’orizzonte, diventò un più che letterale elefante nella stanza per altri due anni, fino al trasporto del relitto verso Genova a luglio del 2014.

Come accade per ogni tragedia nazionale ad altissima risonanza mediatica, molti elementi del naufragio della “Concordia” rimarranno per sempre impressi nell’immaginario collettivo: l’impacciata e viralissima conversazione telefonica tra il comandante Schettino e il Capitano di fregata Gregorio de Falco, l’impressione generale di una catastrofe assurda ed evitabile dovuta puramente alla negligenza umana, la ricerca dei dispersi e poi il drammatico conteggio delle vittime, la mobilitazione solidale degli abitanti del Giglio e l’attivazione dei soccorsi.

Tra le molte iniziative e inchieste promosse in questo periodo, volte a ricordare e analizzare le dinamiche della tragedia, c’è anche Costa Concordia – Il racconto del naufragio all’Isola del Giglio, pubblicato dalla nostra casa editrice e scritto da Elisabetta Arrighi, giornalista professionista e collaboratrice di lunga data del quotidiano il Tirreno, che dieci anni fa seguì giorno per giorno gli avvenimenti della “Concordia” come principale testata locale. Dall’impatto allo smantellamento ingegneristico finale, dalle condanne al ripristino ambientale dei fondali, ogni aspetto viene raccontato in queste pagine con rigore di cronaca, testimonianze, fonti giornalistiche e fotografie: l’ultima parte del volume contiene infatti una rassegna di immagini a colori provenienti sia dall’archivio del Tirreno, sia da quello della fotografa toscana Biancamaria Monticelli, che già aveva collaborato con Arrighi in precedenti pubblicazioni con Editoriale Programma.

Una lettura che ci auguriamo serva ad arricchire il bagaglio di testimonianze e resoconti che funge da monito per il futuro, affinché tragedie del genere non accadano mai più.